pakkyōne è un pupazzo dagli indumenti sdruciti, confezionato con spille da balia e stracci rinvenuti in una piccola masseria abbandonata. Non parla ma si esprime in una sorta di moto-linguaggio che articola grafemi sonori e scatti di testa. Le sue corde vocali, cucite assieme da spago e foglie di menta intrise nella resina, raschiano l’aria e si ingolfano spesso. Da un albero cavo ha ricavato una cetra, anch’essa bucata, e assemblato gingilli bislacchi battendo la pietra, il rame e il piombo fuso. 

Costruito senza volto e privo di occhi, talvolta prende a prestito mascheroni di varie fogge per osservare il mondo ed evitare d’inciampare. 

pakkyōne è un’opera storta di Valerio Mirone, rumorista e cantante. 

qualche estratto video: 

https://www.youtube.com/@pakkyone6758

Polistrumentista e studioso di throat singing e canto armonico, Valerio Mirone è reduce da YOROPPA, il tour europeo con cui ha portato pakkyōne in 16 paesi per 23 concerti per presentare il suo disco di debutto. 

Videodiario del tour: https://www.youtube.com/watch?v=nJqB-vxyImg 

In passato è stato attore e compositore per il Teatro del Baglio di Villafrati, per cui ha inciso un triplo album dedicato alla trilogia basata su Horcynus Orca di Stefano d’Arrigo, docente di lingua giapponese alle scuole superiori, membro del Contemporary Sounds Unity di Lelio Giannetto e collaboratore esterno presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo e l’associazione culturale Curva Minore per la musica contemporanea. Attualmente si divide tra il mestiere di traduttore e l’attività di musicista e performer: Utveggi (4 album, un tour in Giappone), pakkyōne, Monogatari e Wadi Ensemble della Fondazione Merz sono alcuni dei progetti di cui fa parte o con cui collabora.